mergenza pandemica: una domanda
ai livelli pre-Covid e un’oerta caren-
te in particolare per le produzioni
inferiori ai target dei paesi produttori
dell’Opec, hanno fatto registrare au-
menti di oltre il 15% nelle quotazioni
del Brent, che nel mese di gennaio
superava la soglia di 90 $/bbl per la
prima volta in più di sette anni.
Lo scoppio del conflitto russo-u-
craino ha portato nuovi aumenti:
il progressivo allontanamento dei
paesi occidentali dal mercato russo
ha innescato un crollo delle quota-
zioni del grezzo Ural e un rialzo delle
quotazioni del Brent, che ha toccato
picchi di oltre 138 $/bbl nella pri-
ma settimana di marzo. Tale situa-
zione non è stata controbilanciata
da maggiori produzioni da parte
dei paesi produttori dell’alleanza
OPEC+ che si sono mantenute a
livelli significativamente inferiori ri-
spetto a quanto previsto dai prece-
denti impegni, riportando, come nel
caso di Nigeria e Angola, dicoltà
operative nell’assecondare i target
prefissati. Minori esportazioni dalla
Libia e dal Kazakistan, gravati dal-
le tensioni politiche, hanno inoltre
neutralizzato gli incrementi di pro-
duzione dell’Arabia Saudita.
Tra marzo e aprile le quotazioni del
Brent si sono riportate a valori più
contenuti, intorno ai 100$/bbl. Nel
mese di marzo, infatti, i 31 paesi mem-
bri dell’IEA (Agenzia Internazionale
per l’Energia) hanno rilasciato oltre
180 milioni di barili di scorte di emer-
genza, da rendere disponibili in soli
due mesi, la misura di emergenza
più importante adottata nella storia
dell’Agenzia. Inoltre, le preoccupazio-
ni legate a una recrudescenza della
pandemia da covid in Cina e i timori
di un rallentamento dell’economia in
USA ed Europa, hanno contribuito a
ribilanciare le quotazioni del Brent.
Tra maggio e giugno, tuttavia, la ra-
pida adozione del sesto pacchetto
di sanzioni dell’UE sulle esportazio-
ni russe ha rinnovato le tensioni sui
prezzi, che a metà giugno si sono
riportati sopra i 130$/bbl.
Questo scenario ha determinato un
valore medio del Brent Dtd di 103
$/bbl e 114 $/bbl rispettivamente
nel Q1 e nel Q2.
In Q3, le quotazioni del grezzo
hanno visto una progressiva fles-
sione, registrando un valore medio
di 100,8$/bbl. A partire dal mese
di luglio, infatti, l’oerta mondiale
di petrolio è progressivamente au-
mentata, grazie alla fine di una serie
di manutenzioni nelle piattaforme
del Mare del Nord e Canada, ma so-
prattutto grazie ai paesi dell’OPEC+
e in particolare dell’Arabia Saudita,
Kuwait e Kazakistan, che hanno au-
mentato le produzioni in linea con
i target. La produzione della Libia,
inoltre, è tornata sul mercato dopo
alla revoca di metà luglio della forza
maggiore. In parallelo, è proseguito
anche il rilascio di elevati volumi di
grezzo dalle scorte strategiche USA.
Sulle quotazioni del Brent hanno poi
pesato una domanda petrolifera che
è cresciuta meno del previsto, per
il prolungarsi dei lockdown in Cina
e per i timori di un rallentamento
economico nelle principali econo-
mie avanzate, visti gli elevati costi
energetici in Europa e gli annunci
di politiche restrittive sui tassi da
parte delle banche centrali europea
e americana, a contenimento della
crescente inflazione.
In Q4 il Brent Dtd ha registrato una
marcata flessione con una quota-
zione media di 88,9$/bl (-11,9$/bl
vs. il trimestre precedente): nono-
stante alcuni temporanei segnali
di miglioramento, le prospettive di
recessione e di una conseguente
domanda petrolifera più debole nel
breve termine in USA ed Europa, in-
sieme ad un allentamento solo mo-
desto delle politiche zero-Covid in
Cina, hanno pesato sulle quotazioni.
Sulla domanda petrolifera inferiore
al previsto hanno inoltre inciso le
temperature particolarmente miti
nell’emisfero settentrionale, e in
particolare in Europa.
Dal punto di vista dell’offerta, il
quarto trimestre ha visto ridursi
i timori per la scarsità di grezzo
che si erano accumulati nei mesi
precedenti, sulla prospettiva degli
embarghi dell’UE nei confronti della
Russia e di tagli da parte dell’O-
PEC+. Nonostante i freni dell’OPEC+
e gli ulteriori cali previsti dal lato
dell’offerta, principalmente dalla
Russia, la produzione mondiale è
stimata (IEA) comunque superiore
alla domanda alla fine del 2022 e il
primo trimestre del 2023.
I ranatori europei hanno inoltre co-
struito scorte precauzionali di greg-
gio prima del 5 dicembre, scadenza
per l’embargo dell’UE. Il 5 dicem-
bre sono entrati in vigore il divieto
dell’UE sulle importazioni di greggio
russo e un limite di prezzo del G7
sulle esportazioni di greggio russo
trasportato via mare a 60 $/bbl.
Differenziale di prezzo "heavy-
light" tra grezzi pesanti e leggeri
("Urals" Vs "Brent")
Il dierenziale “heavy-light” (ov-
vero tra grezzi “Urals” e “Brent”)
nel 2022 ha registrato uno sconto
medio elevato, pari a 23,7 $/bbl
(pari a 1,1 $/bbl nel 2021). Le dina-
miche descritte che hanno portato
al crollo della domanda di grezzi
russi hanno fortemente ampliato lo
sconto dell’Ural MED, che nel Q2 ha
registrato una media di 34$/bbl. I
volumi russi si sono quindi progres-
sivamente riorientati, in gran parte
verso India e Cina, consentendo una
lieve ripresa di valore dell’Urals, che
in Q3 ha registrato uno sconto me-
dio nel bacino del Mediterraneo di
ca. 26 $/bbl (1,8$/bbl in Q3 / 2021).
Anche in Q4 i grezzi russi hanno
trovato acquirenti solo nei mercati
asiatici (Cina ed India), anche per
l’entrata in vigore in data 5 dicembre
dell’embargo ai grezzi russi stabili-
to dall’UE, con uno sconto medio
dell’Urals vs. Brent pari a -24$/bbl.
Questo fenomeno ha dall’altra parte
comportato un apprezzamento dei
grezzi sweet (vd. Azeri) che, in un
contesto di domanda elevata e alti
costi energetici, vengono spesso
preferiti ai crudi a più alto contenuto
di zolfo, che richiedono processi di
desolforazione più onerosi: il premio
medio del grezzo sweet Azeri nel
2022 si è attestato a +5,3 $/bbl
(rispetto a un premio medio di +1,7
$/bbl nel 2021).
“Crack spreads” dei principali
prodotti raffinati (ovvero la
dierenza tra valore del prodotto
e costo del grezzo)
Il crack della benzina nel 2022 ha
registrato una media pari a +17,1 $/
bbl (vs. +9,5 $/bbl nel 2021). Nei
primi tre mesi dell’anno il margi-
ne, pari in media a +9,4 $/bbl, si è
mantenuto sostanzialmente in linea
all’ultimo trimestre del 2021, quan-
do la benzina aveva già mostrato
il pieno recupero dagli eetti della
crisi pandemica.
GRUPPO SARAS BILANCIO CONSOLIDATO DI GRUPPO E SEPARATO DI SARAS SPA AL 31 DICEMBRE 2022